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Storia

 
 
 
 
 
 
 
Panorama
foto di A. Berton

Moncalieri trae origine da Testona, oggi sua frazione. Il sito di Testona viene menzionato per la prima volta in un documento del X secolo. Il centro abitato era ubicato nell'area di un villaggio longobardo e di un precedente stanziamento romano. Un altro insediamento si situava sulla collina (forse presso la villa Cardinala ), difeso dal nucleo fortificato del Castelvecchio . La sua posizione strategica, al centro di una fertile pianura, rese Testona soggetta ai Vescovi di Torino, che controllavano le vie di comunicazione, i commerci e i mercati sulla via da Asti per Torino e per le Gallie. I conflitti con Asti e Chieri (1227-1229) influenzarono la scelta di spostare l'insediamento verso il Po, abbandonando progressivamente il nucleo precedente. Testona gradualmente decadde e si affermò Moncalieri.

 
 
Vista del Castello
Foto di P. Rossi

Questa si stava già sviluppando come nodo difensivo e punto di controllo diretto sull'ampia ansa del Po, tra collina e fiume, passaggio obbligato in cui confluiva la circolazione tra Torino, il Piemonte meridionale e la Liguria. Infatti, chi arriva da sud per dirigersi verso la Francia, Aosta e il Moncenisio, o chi arriva da nord per andare verso Cuneo e le valli occitane è obbligato ad attraversare il fiume a Moncalieri, dove è più stretto. Moncalieri costituiva dunque il punto più comodo per il suo attraversamento e per il collegamento alla via Francigena senza passare per Torino; senza dover seguire le curve del fiume (a Chivasso, a Verrua); senza doverne attraversare gli affluenti (arrivando da sud e da sud-est, da Genova, Piacenza, Casale Monferrato, Asti) e con il fiume non ancora troppo ampio (com'è invece, ad esempio, all'altezza di San Mauro, dove ormai vi si sono gettate Dora e Stura). A Moncalieri esisteva già un piccolo borgo che si stava accrescendo intorno a tre elementi: una casa-forte in cima all'altura, un convento francescano e l'ospizio di Sant'Egidio. Nel 1196 il Vescovo di Torino aveva donato la cappella e l'ospedale di Sant'Egidio all'Ordine dei Templari, che svolgevano una funzione di controllo delle vie di transito e dell'attraversamento del Po. Essi, nel 1255, in questo nodo strategico nella comunicazione fluviale e stradale, fecero edificare un ponte in pietra, il ponte di San Giovanni (San Giovanni Nepomuceno, protettore dei pescatori) o ponte dei Cavalieri.

 
 

Moncalieri ereditò i territori che appartenevano a Testona. Il trasferimento della sede del governo non comportò il cambiamento né della politica né della classe dirigente del vecchio Comune. L'attività economica era legata principalmente al transito della strada, al controllo e all'uso delle risorse idriche, all'agricoltura, ed era favorita dalle capacità delle famiglie comunali emergenti. La Città si insediò quindi sul colle. Il suo perimetro urbano venne delineato e fu diviso in quattro quartieri. L'insieme dei caratteri strategici del sito determinò la contestuale costruzione della cinta muraria, tangente l'ansa del Po, alla quale erano addossate le case. Le mura erano aperte su quattro porte: Mediolansensis, Rivigliasca, Taurinensis e Piacentina. La piazza costituiva il baricentro della città; su di essa si affacciarono ben presto la chiesa di Santa Maria della Scala e il palazzo comunale. Dalla piazza partivano, parallele tra loro, le vie che la connettono ancora oggi alla pianura, alla collina e al fiume e alle strade verso Torino e Piacenza: sono le attuali via San Martino, via Santa Croce, via Principessa Clotilde, oltre alle laterali via Real Collegio e via Alfieri; da queste, a loro volta, si dipartono perpendicolarmente rampe, ripidi viottoli e scalette per raggiungere il piano.
Il Consiglio della Città si riunì per la prima volta l'11 novembre 1230. Affrancatasi dal potere vescovile e rispettando l'alleanza con Testona, Mons Calerius, dopo essere stata governata come libero Comune da un podestà eletto dal popolo, risultò dipendente dai Savoia, che avevano incominciato a guardare a Torino e ai luoghi vicini. Nel 1286 il Consiglio della Città giurò fedeltà ad Amedeo V, pur mantenendo una forma di autogoverno, secondo gli Statuta Civitatis Montiscalerii. Tommaso III di Savoia, capostipite degli Acaia, diede avvio alla costruzione del Castello, che, alla fine del XIII secolo, si presentava come una casa-forte con una torre. Un castellanus governava la città: Moncalieri d'ora in avanti sarebbe stata strettamente legata alle vicende sabaude. Nel 1418 Amedeo VIII ricevette il giuramento di fedeltà della Città. Alcuni decenni dopo, la duchessa Jolanda di Valois fece del Castello una vera residenza.
Si colloca verso la metà di questo stesso secolo, il 15 luglio 1458, un episodio fondamentale nella vita religiosa di Moncalieri: il principe tedesco Bernardo, marchese di Baden, morì di peste qui, tornando in patria da Genova, dove si era recato come ambasciatore dell'imperatore Federico III per promuovere una crociata contro i Turchi. I miracoli che gli vennero attribuiti lo fecero elevare ben presto a protettore della Città. Nel 1559, dopo una fase di dominio francese, con il trattato di Cateau-Cambrésis, Emanuele Filiberto rientrò in possesso del Castello e del territorio di Moncalieri, che fu eletta sede di una vasta prefettura. Il territorio controllato dalla Città aveva un'estensione maggiore di quella attuale, comprendendo anche La Loggia e la pianura di Nichelino.
Importanti opere urbanistiche e, in particolare, l'allargamento della piazza Maggiore furono realizzate nel 1619, per celebrare le nozze tra il principe ereditario Vittorio Amedeo I e Maria Cristina di Francia. In quest'occasione, Moncalieri acquisì da Carlo Emanuele I il titolo di Città e ottenne lo stemma con lo scudo sabaudo.

 
Castello
Foto di P. Rossi

Nel Seicento e nel Settecento Moncalieri visse in stretta dipendenza dalla vita del Castello. Quando questo diventò maison de plaisance della corte sabauda, il suo rinnovamento innescò un processo di riqualificazione delle ville, delle vigne e dei fondi. La presenza della corte esercitò una notevole influenza sulla nobiltà locale e sui ceti più ricchi, stimolandoli a costruire eleganti ville sulla collina e bei palazzi nel centro storico: la Città visse così una fase di considerevoli trasformazioni.   Le mura persero ben presto la loro funzione difensiva e, nel Settecento, la cinta venne poco alla volta smantellata. L'arrivo delle truppe napoleoniche determinò importanti trasformazioni. La viabilità venne migliorata, furono regolamentati i corsi d'acqua e ristrutturati i ponti; ma venne anche modificata la destinazione d'uso di alcuni edifici (molti ambienti del Castello, il convento di San Francesco) e furono abbattute alcune strutture (ad esempio, la chiesa di Santo Spirito, tra le odierne via Alfieri e via San Martino).

 
 
Real Collegio Carlo Alberto
Foto di P. Rossi

Con la Restaurazione il Castello ritornò ai Savoia. Carlo Alberto lo fece rimettere a nuovo e promosse a Moncalieri numerose opere, tra cui la fondazione del Real Collegio. Tra la Città e Torino furono inaugurati il servizio di omnibus e, nel 1848, la ferrovia. Moncalieri fu il primo centro intorno al capoluogo a possedere l'illuminazione elettrica (1887), mentre risale al 1909 l'inaugurazione dell'acquedotto municipale. Si lega alla Città e al Castello, in particolare, un momento storico importante: la firma, nel 1849, del celebre Proclama di Moncalieri, con cui Vittorio Emanuele II si rivolgeva al Parlamento affinché accogliesse le condizioni imposte dall'Austria per la pace.

 

 
Porta navina
Foto di P. Rossi

Tramontata l'epoca dell'elegante vita di corte, le ville collinari furono meno frequentate dalla nobiltà e alcune riabbracciarono totalmente la loro vocazione agricola. L'economia della Città si basò per secoli, oltre che sul commercio, sull'agricoltura. Le sue vigne, in particolare, erano note e producevano vini pregiati, e vi si coltivava anche l'ulivo, dal quale derivava un olio molto apprezzato. Dalla metà dell'Ottocento l'economia locale si rinnovò grazie allo sviluppo di numerose attività industriali. All'inizio del Novecento, Moncalieri fu anche luogo di svago, prediletto per le passeggiate in collina e per le gite sul Po, con alberghi, trattorie, ristoranti per l'allora nascente turismo domenicale. Negli anni Venti fu inglobato nel Comune il territorio di Revigliasco, la cui storia risale al Medioevo e che fu autonomo sino alle disposizioni in epoca fascista. Nel ventennio fascista la Città visse le vicende che tristemente hanno unito tutto il Paese.

 
Fonderie Teatrali Limone
Foto di P. Rossi

In tempi recenti, il territorio comunale - soprattutto la parte pianeggiante - è stato interessato dallo sviluppo industriale di Torino e ne ha condiviso i destini: fabbriche, vasti quartieri d'abitazione, nuove strade, massicce immigrazioni dalle province piemontesi, poi da altre regioni d'Italia - specie dal Sud - e oggi dall'estero. L'industria, in primo luogo legata alla meccanica, si è sviluppata e si è qualificata anche in direzione della ricerca, della prototipazione dell'auto e del design industriale: la vocazione industriale della Città oggi si esprime con evidenza. Ma, sapientemente, sono state anche conservate diverse specializzazioni nell' orticultura e nella floricoltura. Orti e serre punteggiano ancora la collina e quelle borgate che hanno mantenuto la loro antica attitudine.   Oggi Moncalieri, con i suoi quasi 60.000 abitanti, è la più grande Città della Città Metropolitana di Torino e la quinta del Piemonte. Si estende in pianura e sui fianchi della collina torinese: l'abitato si allarga in parte intorno al Po (ed è specialmente denso a est del fiume) e in parte - quella più antica - sulla collina e alle sue pendici. La fisionomia cittadina è caratterizzata, oltre che dal centro storico, compreso all'interno dell'antico disegno delle mura, e dalla collina, anche da numerose borgate - dalle più antiche come borgo Aie, alle più recenti come borgo San Pietro - che si sono sviluppate in momenti storici diversi, con una forte individualità preservata sino a poco tempo fa.

(da: L. Pompeo, "Moncalieri. Guida alla Città accessibile", 2007)