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La città produttiva

 

Per secoli, sino alla metà dell'Ottocento, l'economia di Moncalieri si basò sull'agricoltura e sul commercio, favoriti dalla posizione stessa della Città. Essa può vantare una delle più antiche fiere del Piemonte, istituita nel XIII secolo, nonché uno dei più antichi mercati. Ma la sua storia produttiva si lega anche alle manifatture tessili. Presso il canale che scorreva nel fossato di difesa delle mura cittadine, nella seconda metà del XIX secolo fu impiantata la manifattura Musy, in via Palestro (poi sede della Dellachà, trasformata nel 1951 in edificio scolastico dall'architetto Mario Passanti), che si aggiungeva a quella del Fioccardo, sulle sponde del rio Sappone, e a quella sulla strada Rebaude. Tra fine Ottocento e inizio Novecento a Moncalieri iniziarono a svilupparsi attività diverse, tra cui le distillerie Fratelli Ferrero di Riccardo a Moriondo, la Ponchione, la Fabbrica Acque Gassate e Affini "P. Rainero", la Società Piemontese Industrie Gomme e Affini in via Sestrière, lo "Stabilimento Bacologico F.Cerruti & Figli" di Revigliasco, che si distinse a livello nazionale per le innovazioni apportate nel settore della produzione serica. Nello stesso periodo la Città divenne anche un importante centro di produzione di fiammiferi (i brichet ). Due fabbriche costituirono per un lungo periodo uno dei settori produttivi più importanti per Moncalieri: la Dellachà, nei locali della Musy e successivamente in via Cernaia; la Abbona e Romagna, poi Saffa, in via Cristoforo Colombo, attiva sino al 1969 e oggi esempio di un riuscito intervento di rifunzionalizzazione di un edificio industriale (gli spazi ospitano gli uffici giudiziari e la biblioteca civica: percorso C . Tra il primo dopoguerra e la seconda guerra mondiale, l'economia locale visse un'ulteriore trasformazione. Tra le diverse attività, in borgo Mercato furono impiantate la Fabbrica Nazionale Estratti Tannici per la produzione di sostanze concianti vegetali, una fabbrica di sedie, un laboratorio di cesti; in via Alfieri,17, nell'antico convento delle Clarisse, nel 1925 fu fondata l'Industria Pianoforti Italiana, poi trasferita in via Cavour angolo vicolo Dellachà e attiva sino agli inizi degli anni Sessanta.
Negli anni Venti, alle distillerie già esistenti si aggiunse la Distilleria Camoirano, che produceva vermouth, vino chinato, crema di marsala all'uovo, con sede in via C. Colombo, poi in corso Savona. Sempre in corso Savona, dagli anni Quaranta sino alla fine degli anni Sessanta, si stabilì lo stabilimento del Rabarbaro Bergia, liquore rinomato in tutta Italia.
Moncalieri nel secondo dopoguerra riuscì in breve tempo ad ampliare la produzione, sviluppando le attività industriali a diversi livelli, anche come riflesso dell'espansione dell'economia torinese. Furono fondate la ditta Vernici Albesiano, la tipografia Pozzo Gros Monti, la carrozzeria industriale Maggiora in Borgo San Pietro. Negli anni Settanta l'Azienda Energetica Metropolitana Torino fu impianta tra il Po e il torrente Chisola. Sebbene si siano conservate, sia in collina che in alcune borgate, le specializzazioni dell'orticultura e della floricoltura, è la vocazione industriale quella che oggi si esprime con maggiore evidenza: i settori del design industriale, della prototipazione dell'auto, della grafica e dell'editoria sono particolarmente fiorenti. Ricordiamo, tra le altre, l'Italdesign di Giugiaro; la Ilte (con la singolare scala ad elica, progettata dell'ingegner Nino Rosani); la Dea (nell'edificio costruito nel 1951 su progetto degli architetti Mario Passanti e Paolo Perona in strada Torino, poi trasferita nella zona industriale); l'AGT; la Dual Sanitaly, tutte aziende collocate nel polo industriale Sanda-Vadò . Meritano un rilievo speciale le Fonderie Limone, impiantate all'inizio del
Novecento vicino al torrente Sangone, nella zona tra borgo Mercato e borgo San Pietro, quasi al confine con Nichelino, che fondevano bronzo, ghisa e alluminio. Furono chiuse negli anni Sessanta e lo stabilimento fu acquistato dal Comune. Recentemente è stato oggetto di un importante intervento di rifunzionalizzazione: è stato trasformato in teatro e centro culturale polifunzionale ( Limone Fonderie Teatrali ), grazie al contributo dell'Unione Europea, in un progetto che vede coinvolti la Città di Moncalieri e il Teatro Stabile di Torino. Dell'impianto originario sono state conservate la ciminiera e parte delle strutture, comprese le otto unità abitative per capi reparto.


(da: L. Pompeo, "Moncalieri. Guida alla Città accessibile", 2007)