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Percorso suburbano/naturalistico (dal fiume alla collina)

 

Si sta operando per la saldatura fra il percorso ciclabile del Po proveniente da sud e la prosecuzione verso Torino (riva destra e sinistra Po e variante verso il Castello): l'intera zona centrale di Moncalieri è l'anello lungo il Po, fra La Loggia e San Mauro, dell'asta che va dal Monviso a Torino, l'incipit di Ven-To, in un grande progetto che comprende oltre 130 Comuni (di cui Moncalieri è capofila).

FIUME PO Moncalieri nacque a controllo del passaggio del Po e si caratterizzò per la posizione strategica. Nel porto fluviale, che si trovava dove è oggi il borgo Navile, si svolgeva un'intensa attività mercantile. Qui vi era anche uno dei ponti più antichi del Piemonte custodito, nel Duecento, dai Cavalieri del Tempio. Sebbene in queste zone la navigabilità sia sempre stata piuttosto limitata dal regime stagionale, il Po - fino alla fine del Settecento - costituì la via di comunicazione e di commercio per eccellenza. Poi, il potenziamento della rete stradale determinò un graduale declino nell'utilizzo delle vie fluviali e dei relativi porti. Sul fiume erano funzionanti numerosi mulini, pubblici e privati, tra i quali quelli di Carpice e de' Rossi, quello della Splua, quello del Pascolo (in strada Vivero, fatto costruire dal Comune nel Seicento) e quello della famiglia Panissera. Borgo Navile, borgo Mercato, borgo Vittoria, borgo Aie nacquero e si svilupparono intorno al fiume, con attività legate all'acqua (vi erano pescatori, barcaioli, cavatori di sabbia e di ghiaia, i sabiuné ). Nel 1816 l'ansa disegnata dal Po tra borgo Aie e borgo Vittoria fu eliminata, realizzandone il rettilineamento. L'opera degli ingegneri Mallet e Michelotti deviò il fiume, che qui provocava frequenti inondazioni: da Carignano e dalla borgata Barauda, tagliando borgo Aie e borgo Vittoria, fino a borgo Navi-le, il Po si trovò così a seguire il percorso che conserva ancora oggi. Dopo la realizzazione del progetto, il porto fu reso definitivamente inattivo. Dalla fine dell'Ottocento ad oggi il Po è stato progressivamente quasi soltanto solcato dai battelli turistici, dalle canoe e frequentato da qualche raro pescatore; si è persa così l'intima relazione col fiume che ha segnato per secoli l'immagine e la funzione della Città. L'urbanizzazione degli anni Sessanta e Settanta del Novecento ne ha poi purtroppo aggredito le sponde, specie la destra, con numerosi edifici e il cimitero, che arrivano fino all'argine.
 
Il percorso lungo il fiume in riva sinistra è accessibile anche se il collegamento tra il lungo fiume e il centro Città, nell'ultimo tratto, all'altezza del ponte, presenta alcune difficoltà. Sulla riva sinistra si trovano il Parco delle Vallere e i percorsi migliori per godere del fiume. Una pista ciclabile unisce il Parco al borgo Navile. Sulla riva destra si trova il giardino pubblico di Lungo Po Abellonio. Il Po oggi è navigabile in canoa o in barca; lo è anche per un tratto di circa km 7 dall'approdo di Lungo Po Abellonio, dopo aver superato la confluenza con il torrente Chisola, fino alla diga de La Loggia.

PARCO DELLE VALLERE
L'area è compresa nel triangolo delimitato dal corso del Po , dal Sangone e da corso Trieste ; a nord confina con il borgo Millefonti di Torino. Durante la pestilenza del Seicento qui venne sistemato un lazzaretto. Alla fine del Settecento il conte Nasi fece costruire la grande cascina produttiva Le Vallere. All'inizio del secolo scorso la zona divenne meta di gite balneari per moncalieresi e torinesi; tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, numerosi tornei e regate vedevano impegnati i circoli di canottaggio di Torino, i barcaioli e i pescatori di Moncalieri. Ancora oggi l'area della cascina è un'isola di verde scampata all'urbanizzazione. A Moncalieri il parco costituisce la migliore possibilità per godere delle sponde del fiume. Il Po in questo tratto presenta piccole spiagge e isolotti, come quello di Meirano. La flora e la fauna sono ricche: le sponde del fiume e il fiume stesso sono popolati da pesci, insetti, anatre, oche, gallinelle d'acqua, aironi. Lungo le rive si sviluppano un sentiero percorribile, percorsi equestri, una pista ciclabile e un campo da golf. Da qui si può godere di una delle vedute più belle della Città, così come è stata immortalata più volte nei secoli. La cascina oggi è polo del Parco Fluviale del Po Torinese (candidato al Mab UNESCO) : nella cascina stessa e nel grande fienile ha sede il Centro Regionale di Documentazione delle Aree Protette, la cui attività è imperniata sulla ricerca relativa alla vita e alla storia del Po e i cui spazi sono assegnati anche a esposizioni, a convegni, alla didattica e a spettacoli all'aperto
Quindi, salendo verso il Castello (per viale del Castello), dirigersi verso strada Revigliasco (è possibile raggiungerla anche attraverso la pianura, per strada Genova). Qui la collina è punteggiata da numerose ville, di cui le più notevoli sono di costruzione settecentesca.
Dopo aver visitato Testona , da cui Mons Calerius trasse la propria origine, e la chiesa di Santa Maria , si sale per strada San Michele , santo particolarmente venerato dalle popolazioni longobarde che erano stanziate in questa zona. Lungo l'itinerario si possono apprezzare alcune storiche ville , dalla villa Lambda, dell'industriale Vincenzo Lancia, inserita in un magnifico parco, alla Cardinala, ultima opera di Bernardo Vittone datata alla seconda metà del Settecento.
Salendo ancora, si può raggiungere la cappella della Madonna della Neve , al Rocciamelone, sorta per volere dei monaci cistercensi testonesi. Il luogo è tranquillo e isolato e nell'arrivarci si gusta pienamente la bellezza caratteristica della collina moncalierese, in un paesaggio in cui strutture residenziali e piccole realtà produttive agricole si affiancano.
Di qui si può proseguire per il Castelvecchio e andare oltre, verso strada Santa Brigida e non solo, alla scoperta di incantevoli ville . Ricordiamo anche, in strada delle Vittorie, il Monastero della Visitazione .
Ritornando sui propri passi verso strada Revigliasco, poco dopo la chiesa di Santa Maria di Testona, si nota sulla destra, al bivio con strada Loreto, la chiesetta della Madonna di Loreto . Più avanti, sulla sinistra, si possono osservare la cappella di San Bartolomeo e la fonte dell'acqua solforosa, l'acqua marsa . Attraverso un percorso panoramico, si giunge poi alla frazione di Revigliasco .
Il paesaggio è dolce e invita al raccoglimento e alla riflessione, il ritmo da adottare nel percorrerlo è lento, scandito da salite e discese. Lo sguardo si apre su improvvise rivelazioni che ci accolgono come se si trattasse di luoghi conosciuti da sempre. Brani di natura - sui quali l'uomo sembra essere intervenuto allo stesso modo da secoli - si disvelano tra campi, vigne, prati e boschi, strade acciottolate, vecchi muri e piloni, in un vero paesaggio della memoria.

CASTELVECCHIO
Si raggiunge, da Testona, attraverso strada San Michele, con un percorso tra i più belli della collina di Moncalieri; oppure, più agevolmente, attraverso il viale della Rimembranza, costeggiando il Castello e quindi percorrendo strada Castelvecchio. L'antico castello di Testona, l'attuale Castelvecchio, era sede suburbana dei vescovi di Torino. In bellissima posizione sulla collina, affacciato verso le Alpi occidentali, era un rifugio sicuro, a pochi chilometri dal capoluogo. Nell'XI secolo il vescovo Landolfo lo fece cingere di mura e rafforzare con una torre. Nei pressi, vi era l'antica cappella di San Michele. Ne rimane oggi traccia nel nome della bella via collinare, in un pilone votivo e in un culto ancora vivo nella zona, celebrato tutti gli anni il 29 settembre, con la fine della vendemmia. Il Castelvecchio fu la dimora preferita dal vescovo Arduino di Valperga, al quale fu ceduto dai Signori di Piossasco insieme al contado di Testona, e successivamente fu a lungo conteso dai Savoia. Nel Quattrocento passò ai conti Vagnone di Trofarello, che lo trasformarono da fortezza in luogo di villeggiatura. Le finestre crociate in cotto e il cortile testimoniano la fase rinascimentale. Fu poi sempre dimora gentilizia e divenne oggetto di diversi passaggi di proprietà. Sul torrione meridionale sono leggibili gli stemmi delle famiglie che ne vennero in possesso. All'inizio del Novecento fu oggetto di un importante intervento di restauro. Il Castelvecchio è oggi frazionato in appartamenti per abitazione.

STRADA SANTA BRIGIDA E
ROC Su strada Santa Brigida, proseguimento del viale della Rimembranza, al centro del quadrivio tra questa, strada Manzi, strada Devalle, strada Scalette e presso l'antico Convento dei Cappuccini (ora Villa Chevalley), il masso erratico - 'l roc 'd Santa Brigida - costituito da gneiss proveniente dal massiccio Dora-Maira, ci riporta ad antiche leggende e superstizioni. Si credeva che avesse virtù propiziatorie della fertilità e che abbracciarlo favorisse la maternità. Inoltre, si pensava che le streghe celebrassero intorno ad esso le messe sabbatiche. Nei pressi era anche un'antica cappella dedicata alla nordica Santa Brigida. Lungo la strada sono sorte nei secoli alcune ville tra le più belle di Moncalieri, considerevoli per la loro architettura, i loro parchi e i personaggi che vi soggiornarono. Dalla strada si dipartono strada Costalunga, strada dei Cunicoli Alti, strada Cravesana, strada Castelvecchio. Nel primo tratto, quello più vicino al Castello, vi è la villa Mirafiori, dove abitò per un periodo la Bela Rosin, amante e successivamente moglie morganatica del re Vittorio Emanuele II. Proseguendo, si raggiunge il Colle della Maddalena , con il magnifico parco.

LE VILLE
Le numerose ville costituiscono un elemento caratterizzante del paesaggio di Moncalieri, che in collina oggi conserva il suo antico aspetto. Le ville storiche sono collocate sui poggi e sulle dorsali. Sono oltre un centinaio e le loro vicende si legano per lo più a quelle della corte sabauda: la vita di corte spinse infatti i nobili torinesi a costruire le loro residenze estive - le vigne - vicino al Castello e sollecitò anche i notabili del luogo a far edificare eleganti ville sulla collina, oltre che bei palazzi nel centro storico. Le ville avevano anche una funzione economica: erano strutture produttive con vigne e floridi orti. Ricordiamo il complesso di Villa Marini (oggi Convento dei Padri Maristi), Villa Accorsi , Villa Cantamerla , Villa Mayor , ora convalescenziario per le suore del Cottolengo, Villa Barolo , dove trascorse i suoi ultimi anni Silvio Pellico, Villa Canzio , Villa Ropolo , Villa Bogino, Villa Verdina , Villa Cigala , presso la località Boccia d'Oro, Villa Cravanzana , Villa Lambda . In particolare, Villa Santa Brigida : nel Cinquecento fu convento dei Cappuccini; nel Seicento divenne proprietà dei Borda, alti funzionari di Stato, poi dei conti Falletti e dall'inizio del Novecento appartiene alla famiglia Chevalley. Villa Dellachà , in via Petrarca, nell'antico convento dei Cappuccini, acquistato dall'industriale Dellachà. E soprattutto Villa Cardinala , una delle ultime opere di Bernardo Vittone. L'edificio, che si trova in strada San Michele, è imponente, affiancato da una bella cappella barocca. Nel Seicento la vigna apparteneva alla famiglia Delle Lanze; a fine Settecento fu acquistata dai Ducco e diventò la più ampia tenuta di Moncalieri. Nei primi decenni dell'Ottocento fu trasformata in Regio Stabilimento Ortopedico e, successivamente, in casa di riposo per missionari. Per un periodo, all'inizio del Novecento, la villa sembrò ritornare al suo splendore, ma ben presto cadde in stato di abbandono dal quale si è risollevata soltanto recentemente, a prezzo di una radicale trasformazione in elegante residenza frazionata in appartamenti

R
EVIGLIASCO Nella frazione, posta su un'altura, sono attestati ritrovamenti di epoca romana. Nell'XII secolo i Signori di Revigliasco controllavano una vasta area intorno a Testona: qui si rifugiarono gli abitanti di Celle, distrutta dalle truppe di Federico Barbarossa, unite a quelle del marchese del Monferrato contro Asti e Chieri. Soprattutto a partire dal XIII secolo, Revigliasco divenne un importante centro sotto il profilo politico ed economico, data la sua posizione strategica tra Chieri e Torino. Si mantenne autonoma e separata rispetto a Moncalieri per secoli, sino al 1929, quando vi fu aggregata. La frazione è dominata dalla seicentesca chiesa parrocchiale di San Martino , costruita su un edificio precedente e oggetto di un considerevole rifacimento a fine Ottocento. Si accede attraverso una lunga scalinata in pietra. Vi si conserva un bellissimo trittico cinquecentesco. Il campanile ha la particolarità di essere monco. Il vicino castello è un massiccio edificio di impianto medievale che ha subito numerose trasformazioni, soprattutto nel Settecento. I suoi arredi sono andati dispersi verso la metà del secolo scorso. E' oggi di proprietà del Comune di Moncalieri, che l'ha acquistato dagli ultimi proprietari, Beria d'Argentine. Tra il Settecento e l'Ottocento Revigliasco divenne nota meta di villeggiatura e residenza estiva per molte famiglie nobili di Torino, tra cui la famiglia di Massimo D'Azeglio. Fu considerata la "riviera di Torino" per l'esposizione favorevole e per la varietà di microclimi. Territorio boschivo, campi e pascoli caratterizzavano il paesaggio; cereali e viti costituivano il perno dell'attività agricola, di cui il paese viveva. Ancora oggi vivai, giardini, serre e orti di primizie sviluppano e portano avanti l'antica vocazione di questa terra per l'orticoltura e la floricoltura. Nel percorso si possono inserire interessanti visite alle aziende florovivaistiche .

NOTA:
il percorso, oltre che in auto, può essere affrontato in bicicletta. Altrettanto interessante sarà svolgerlo attraverso i sentieri (vd. carte).



(da: L. Pompeo, "Moncalieri. Guida alla Città accessibile", 2007)