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Comitato di Borgata 9

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Maiole - Moriondo - San Bartolomeo - San Michele

Sede: 
Comitato N. 9 non ha una sede
 
Indirizzo Mail:
en.capello@libero.it


 
Componenti comitato:
Presidente CAPELLO Enrico, vicepresidente CARGNINO Claudia.
Consiglieri: BOLLATTINO ROBERTO, STABILITO DOMENICO, MURADOR ALESSANDRO, CORLETO ROSA, MAZZOTTA EMANUELA, RETTA ANTONIO 
 

 

Manifestazioni e iniziative

Festa del Moriondo
Carnevale di Moriondo
Notte bianca a Moriondo

Negli anni scorsi le manifestazioni di Moriondo costituivano un punto di riferimento per tutta la città, grazie anche all'opera di associazioni del territorio come Gruppo MiO e  Amici di Moriondo.
Oggi le iniziative languono soprattutto a causa dell'indisponibilità di un sito adeguato; la risposta a tale esigenza potrebbe derivare dalla ristrutturazione dell'area ex Altissimo.


Cenni storici:

BORGATA MORIONDO
Nel 772 Carlo Magno, superate le Chiuse sotto la Sagra di S. Michele in val di Susa, atterrò il potere dei Duchi Longobardi e divise il Piemonte in cinque contee.
In quella di Susa pose un Marchese. I Marchesi di Susa erano pure Conti di Torino. I poteri giurisdizionali lasciati dai Duchi Longobardi ai Vescovi di Torino, come "fundo S. Petri", e dai Conti di Susa e Torino ad altri feudatari, originarono contese e lotte a non finire per tutto il Medio Evo. Il territorio di Moriondo ne fu coinvolto come parte attiva.
Prima del 1000 esercitarono potere feudale i Vescovi di Torino su Chieri, Canova, Celle, Testona; poteri confermati dall'imperatore Ottone III fra il 996 e il 999.
Intorno al 1100 tutto il territorio che si estende da Cavoretto a Borgo Cornalese o la Gorra, presso Carignano, prendeva il nome di "Contado di Celle" (chiesuola campestre tenuta aperta da due o più monaci), da cui dipendevano Revigliasco, Trofarello e Moriondo. Il Contado era abitato dagli uomini dei Duchi Longobardi cui, per fedeltà, erano stati concessi "coltivi, pascoli e selve in quel di Cambiano, Celle e Nòvoli di Moriondo". Nel territorio di Moriondo dominava il monastero di S. Pietro di Nòvole, località in regione Cavannelle nominata in due carte del 1034 e del 1162, la cui chiesa era dedicata a S. Pietro e si può considerare la primitiva chiesa di Moriondo.
Nel 1154 Federico Barbarossa, su istanza del Marchese di Monferrato, distrugge Chieri e Celle che si divide in tre parti; quelli dal lato di Testona diedero origine alla Borgata di Moriondo. Le altre due parti furono divise tra Revigliasco e Trofarello dando origine a una serie infinita di discordie per la questione dei confini. Quelli di Trofarello innalzarono una forca tra Moriondo e Rivera per giustiziare i malfattori di Revigliasco; i quali risposero impedendo ai trofarellesi di cuocere il pane nei forni di Revigliasco e così via.
Si arriva così al 1220 in cui Federico II pone fine alle contese tra Revigliasco e Trofarello, a tutto svantaggio degli uomini di Celle abitanti in Moriondo, con la pubblicazione del Diploma di Federico II re dei Romani
".....ai signori di Revigliasco e di Truffarello concediamo "convitum, fodrum, poderium, et districtum" del luogo di Celle  coll'acquatico, pasquatico, rivi, boschi, prati, gerbi, gentilmente "cum fodro, banno, successioni, esercito, cum fascimento, et omni honore"... metà ai Signori di Revigliasco, il resto ai Signori di Truffarello, comandando agli uomini di Celle che abitano in Testona, o dovunque siano, di essere fedeli ai suddetti Signori e di ritenerli loro Signori. I contravventori paghino cento libre di oro purissimo, metà alla nostra Camera e metà ai detti Signori.
Dato nei Castelli Romani, 1220.
Gli abitanti di Moriondo risposero di non essere tenuti e per queste pretese i Moriondesi non erano fraterni amici dei Truffarellesi, né dei Revigliaschesi, confinanti con i beni di Celle.
In seguito Moriondo, seguendo le sorti di Moncalieri, passò sotto i Savoia partecipando a tutte le vicende tristi e liete del medio evo. Nel 1727 è infine istituito un feudo autonomo, La Signoria di Moriondo. 
Il 1° febbraio 1727 fu smembrato parte del territorio di Moncalieri per infeudarlo al Conte Giuseppe Palma di Borgofranco; e il 14 febbraio 1734 al Conte Giovanni Francesco.
Il territorio smembrato comprendeva la Borgata di Moriondo, quella di S. Bartolomeo, le tenute di Maiole e Cabianca.
I Palma di Borgofranco.  Originari della Spagna, trasferitisi in Italia nel 1190, fermarono residenza prima in Sicilia, quindi a Napoli e nel 1282 in Piemonte. I loro principali e redditizi possessi nel territorio di Moriondo comprendevano il "luogo di Nòvole", con i resti del monastero benedettino-vallombrosano con la chiesa di S. Pietro e rustici, presso di cui sorse il Palazzo-Villa dei Palma. Il feudo comprendeva anche la vicina Cabianca, in antico "Cavadalia", come tenimento monastico nanontolano fino al 1034. La Villa e Cascina Riccardi, poi Villa Maiole, piccolo castello con diritti feudali; il nome Maiole non deriverebbe da una famiglia di questo nome che lo abitò, bensì da un corso d'acqua del luogo. Altri Borghi dei Palma erano inoltre la Cascina Mussa, al n. 256 di strada Maiole. Poco lontano sorge un Pilone dedicato a S. Anna, posto fra un bivio. E' probabile che sia una sostituzione della Cappella di S. Anna.
S. Bartolomeo.  La piccola Borgata fino al Perona era compresa nel Signorato dei Palma di Moriondo. A parte il nuovo Borgo, che qui non interessa perché non ancora del Signorato Palma di Moriondo, dall'altra parte del rio, lungo strada Maiole, s'incontra Villa Genero.
 
Il NOME DELLA BORGATA
Più che alla configurazione del luogo, come per altri Moriondo il cui nome deriva dalla quasi rotondità del monte su cui sorgono, il nome della nostra Borgata è probabile che provenga dalle primitive famiglie che lo abitarono, dal cognome, appunto, Moriondo. Infatti i Borghi vicini lo confermano: i Bauducchi dalle famiglie Bauducchi; i Rossi dalla famiglia Rossi; Valsauglio dalla famiglia Sauglio che si era rifugiata in quella valle per la peste.
Troviamo il termine Moriondo, come luogo, nei più antichi catasti di Chieri del 1253 nei quali si legge: "Guidotus de Monreondo" e "Johannes de Monreondo".

POPOLAZIONE
Nel 1953 vi erano in Moriondo circa 190 famiglie. Fra le più antiche e numerose risultavano le primitive 6 famiglie Moriondo, seguite da10 col cognome Ferrero e altrettante di Gariglio. Vi erano poi 8 Marnetto, 7 Massucco e altrettante Tortello; 6 Davico.
 
(*) Tutte le notizie su Moriondo sono tratte dal libro "Moriondo di Moncalieri" di Don Nicolao Cuniberti, Arciprete di Revigliasco.  Egli vi si dedicò dietro insistite sollecitazioni di Don Giacomo Carrera, Pievano di Moriondo dal 1965 al 2006.

 
 

Immagini delle borgate

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