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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

 
 
 
 
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PNRR e contributi assegnati, adempimenti di pubblicità

La Commissione europea ha avviato un piano di ripresa che aiuterà l’Unione europea a riparare i danni economici e sociali causati dall’emergenza sanitaria da coronavirus e contribuire a gettare le basi per rendere le economie e le società dei paesi europei più sostenibili, resilienti e preparate alle sfide e alle opportunità della transizione ecologica e digitale: un investimento sul futuro dell’Europa e degli Stati membri per ripartire dopo l’emergenza Covid-19.


Si tratta del nuovo strumento finanziario denominato Next Generation EU, un dispositivo temporaneo da 750 miliardi di euro pensato per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa”, volta a garantire la possibilità di fare fronte a esigenze impreviste, il più grande pacchetto per stimolare l’economia mai finanziato dall’UE.
In questo contesto si inserisce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), lo strumento che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia intende realizzare grazie all’utilizzo dei fondi europei di Next Generation EU, per attenuare l’impatto economico e sociale della pandemia e rendere l’Italia un Paese più equo, verde e inclusivo, con un’economia più competitiva, dinamica e innovativa. Un insieme di azioni e interventi disegnati per superare l’impatto economico e sociale della pandemia e costruire un’Italia nuova, dotandola degli strumenti necessari per affrontare le sfide ambientali, tecnologiche e sociali di oggi e di domani.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano rappresenta quindi il disegno strategico individuato dall’Italia per rispondere a questa sfida attraverso un percorso di sviluppo durevole e sostenibile basato sulla modernizzazione della pubblica Amministrazione, sul rafforzamento del sistema produttivo, sul potenziamento del welfare e dell’inclusione sociale. In questo senso, il Piano rappresenta un’occasione imperdibile di sviluppo per il Paese, in quanto comprende un ambizioso progetto di riforme e un programma di investimenti senza precedenti. Un siffatto disegno strategico di lungo periodo, ma da attuarsi in un tempo breve (cinque anni), non senza complessità di natura amministrativa, tecnica e di contesto comporta necessariamente la partecipazione attiva di tutto il sistema istituzionale e dell’apparato amministrativo nelle sue diverse articolazioni centrali e territoriali.

Il Piano promuove un’ambiziosa agenda di riforme, e in particolare, le quattro principali riguardano:

1. Pubblica amministrazione
2. Giustizia
3. Semplificazione
4. Competitività


Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) prevede un pacchetto di investimenti e riforme articolato in sei missioni.

Il comune di Moncalieri ha ricevuto l'approvazione alle candidature per le seguenti missioni:
1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
4. Istruzione e ricerca
5. Inclusione e coesione

Il PNRR nasce dal piano di intervento europeo “Next Generation EU” (Ngeu), spesso definito dai media “Recovery Fund” (Fondo per la ripresa).
Le risorse del Ngeu finanzieranno i Piani di intervento di ciascun Paese membro.
Il PNRR italiano, presentato alla Commissione il 30 aprile 2021, è stato approvato il 22 giugno 2021.
Dopo l’adozione da parte del Consiglio europeo, spetta all’Italia un anticipo del 13% delle risorse destinate al Paese.
Per l’Italia – prima beneficiaria in valore assoluto del Recovery Fund – le risorse disponibili previste dal Ngeu nel suo Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (Rrf) sono pari a 191,5 miliardi: le sovvenzioni da non restituire ammontano a 68,90 miliardi (36%), i prestiti da restituire a 122,6 miliardi (64%).
La dotazione complessiva del Pnrr è di 235,14 miliardi, perché ai 191,5 miliardi si aggiungono ulteriori 30,64 miliardi di risorse nazionali e 13 miliardi del Programma ReactEU, il Pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa.Il PNRR è in piena coerenza con i sei pilastri del Next Generation Eu riguardo alle quote d’investimento previste per i progetti green (37%) e digitali (20%).